top of page
WhatsApp Image 2024-01-29 at 19.42.00.jpeg

Clicca sull'argomento per guardare il video o leggere il testo e confermare riempiendo il Modulo sotto il video, o il testo.

DSC08895.JPG

Archivio

Anatomia dell'occhio

Anatomia dell'Occhio

Anatomia dell’Occhio

L’occhio è un organo complesso e delicato, con una struttura che permette di vedere e interpretare il mondo circostante. La parte anteriore dell’occhio è composta dalla cornea, una membrana trasparente che protegge l’occhio e permette alla luce di entrare.

All’interno dell’occhio si trova il cristallino, una lente naturale che contribuisce alla messa a fuoco delle immagini sulla retina. La retina, situata nelle parti più interne dell’occhio, è un rivestimento ricco di vasi sanguigni ed è responsabile della percezione delle immagini, convertendo la luce in segnali nervosi.

Questi segnali vengono raccolti dal nervo ottico, una sorta di “cavo elettrico” che connette l’occhio al cervello e trasmette le informazioni visive per l’elaborazione.
La parete esterna dell’occhio è la sclera, un tessuto resistente che protegge e mantiene la forma dell’occhio.

Tra la retina e la sclera si trova la coroide, una struttura meno nota ma fondamentale, composta principalmente da vasi sanguigni che nutrono la retina.

Ciascuna di queste strutture dell’occhio può essere soggetta a specifiche patologie, rendendo questo piccolo organo estremamente complesso.

Conferma di lettura o di presa visione video 1

La visita preoperatoria

Visita preoperatoria

La visita oculistica preoperatoria
è un passaggio fondamentale per chi sta considerando un intervento agli occhi.

Durante questa visita, l’oculista effettua una serie di esami approfonditi per valutare lo stato di salute degli occhi e determinare la compatibilità con il tipo di intervento previsto.

La visita include un controllo completo della vista, l’esame della pressione oculare e, spesso, una valutazione della cornea e della retina attraverso strumenti specifici.

È possibile che vengano effettuati esami aggiuntivi, come la topografia corneale o la pachimetria, che misurano rispettivamente la forma e lo spessore della cornea, elementi fondamentali per chi deve affrontare interventi come la chirurgia refrattiva.
Un aspetto importante della visita preoperatoria è anche la discussione con l’oculista, che spiegherà i dettagli dell’intervento, i possibili rischi e le aspettative realistiche di miglioramento.

È l’occasione perfetta per porre tutte le domande e chiarire eventuali dubbi.

Grazie alla visita preoperatoria, il paziente e il medico possono prendere una decisione informata, assicurandosi che l’intervento sia svolto nelle migliori condizioni possibili e che risponda in modo ottimale alle necessità individuali.

Conferma di lettura o di presa visione video 2

Medicazione post chirurgica

La medicazione postoperatoria

Terapia postoperatoria


1. Preparazione Generale • La procedura post-operatoria può variare leggermente a seconda dell’intervento, ma segue sempre questi passaggi fondamentali: lavare, asciugare e medicare.

2. Lavaggio e Disinfezione • Lavare l’occhio e il viso con una soluzione specifica che sarà indicata dal medico per disinfettare in sicurezza. • Usare uno spray disinfettante a circa 10 cm di distanza, applicabile su tutto il viso per evitare l’uso dell’acqua di rubinetto.

3. Asciugatura • Utilizzare bende medicate per asciugare l’area e rimuovere eventuali secrezioni. Iniziare dal contorno dell’occhio operato, senza pressione eccessiva ma con decisione. • Passare una salvietta sul resto del viso, usando una seconda salvietta solo se necessario.
4. Medicazione con Colliri e Unguenti • Colliri: sono ideali per il giorno perché richiedono applicazioni frequenti. • Unguenti/Pomate: utili per la notte per una durata più prolungata, ideali in presenza di punti di sutura per ridurre la sensazione di corpo estraneo. • Sequenza: applicare prima i colliri e per ultimo l’unguento, in modo che i colliri siano assorbiti correttamente.

5. Applicazione dei Colliri • Abbassare delicatamente la palpebra inferiore e chiedere al paziente di guardare in alto. • Instillare il collirio nell’incavo creato dalla palpebra inferiore senza avvicinarsi troppo all’occhio. • Attendere 30-60 secondi per consentire l’assorbimento del prodotto prima di applicarne un altro, se necessario.

6. Uso di Colliri Monodose • I colliri monodose devono essere usati per una singola instillazione, soprattutto nei primi giorni post-operatori. • Nella stessa giornata, se necessario, possono essere riapplicati a distanza di qualche ora, ma è meglio gettare il prodotto se è passato troppo tempo.

7. Applicazione dell’Unguento • Inserire l’unguento come un collirio, abbassando la palpebra inferiore e facendolo scendere nell’incavo mentre il paziente guarda in alto. • Premere il tubetto per far fuoriuscire pochi millimetri di prodotto, quindi chiedere al paziente di chiudere l’occhio.

8. Bendaggio Finale • Applicare una benda sull’occhio per mantenere asciutta e pulita l’area, utile anche per schermare dalla luce. Le bende possono essere autoadesive o fissate con nastri adesivi. • È consigliato l’uso della benda per almeno i primi due giorni post-intervento.

Note: Alcuni interventi possono causare rossore o gonfiore; sarà il medico a valutare se si tratta di una reazione normale o se richiede attenzione aggiuntiva.
La miopia elevata

La miopia elevata

La Miopia

La miopia elevata è una condizione che comporta non solo un difetto visivo, ma anche potenziali problematiche a carico della retina.

Negli ultimi 15 anni, ho concentrato i miei studi sullo sviluppo del piombaggio maculare, una tecnica chirurgica specifica per risolvere il distacco di retina associato a miopie elevate.

Questo intervento ha dato risultati molto positivi, e continuo a monitorare i pazienti operati anni fa, raccogliendo dati per confermare l’efficacia e la sicurezza di questo approccio.

Oltre agli aspetti patologici, la miopia ha una componente refrattiva, ossia la possibilità di vedere chiaramente senza l’uso di occhiali o lenti a contatto.
La correzione della miopia può essere ottenuta sia per miopie lievi, facilmente trattabili con il laser, sia per miopie elevate, che richiedono tecniche come l’impianto di lenti fachiche.In pazienti con miopia elevata e presbiopia, è possibile intervenire con la rimozione del cristallino naturale e l’inserimento di cristallini artificiali personalizzati.

Negli ultimi anni, mi sono dedicata allo studio dei risultati di questi interventi, ottenendo esiti molto promettenti.Un aspetto fondamentale nella gestione della miopia elevata è il monitoraggio dell’evoluzione nei pazienti pediatrici.

Durante le visite ai bambini, non basta misurare il difetto refrattivo e prescrivere occhiali o lenti a contatto; è essenziale valutare anche la lunghezza dell’occhio.

Questo parametro, noto come lunghezza assiale, determina se l’occhio è miope o ipermetrope. Un occhio ipermetrope è più corto del normale, mentre un occhio miope è più lungo.

Questo parametro va monitorato a ogni visita, poiché è il principale indicatore dell’evoluzione della miopia.

La lunghezza assiale è importante per tutta la vita di una persona con miopia, soprattutto perché alcuni pazienti possono sviluppare una forma di miopia degenerativa, in cui l’occhio continua a crescere anche in età adulta. In un occhio normale,

la lunghezza assiale è di circa 23 mm; un occhio miope supera i 24 mm, mentre un occhio con miopia degenerativa può arrivare a superare i 26,5 mm.
La lunghezza dell’occhio, dunque, è un parametro da controllare nel tempo per una corretta gestione della miopia e dei suoi rischi.
Maculopatia miopica trattiva

Maculopatia miopica trattiva

Maculopatia Miopica Trattiva - Visita Preliminare

Paziente: Dottoressa, cos’è esattamente la maculopatia miopica trattiva?

Parolini: La maculopatia miopica trattiva è una condizione tipica degli occhi con miopia elevata.
Questi occhi, essendo cresciuti più del normale, sono più lunghi e ciò può provocare tensioni sulla retina, la membrana interna dell’occhio.
Con il tempo, queste tensioni possono causare il distacco della retina, in particolare nella zona centrale chiamata macula.

Paziente: E come si sviluppa questa malattia?

Parolini
: La malattia evolve gradualmente.
Possiamo osservare diversi stadi, dal primo stadio fino al quarto.
Nei primi stadi, la retina è solo sotto trazione e gli strati retinici iniziano a 
separarsi, un po’ come una fisarmonica che si apre.
Con il progredire, la separazione diventa più marcata fino al distacco completo della retina nella macula.
Inoltre, in ciascuno di questi stadi, possono formarsi dei piccoli fori al centro della macula, che peggiorano la visione.

Paziente: Esiste un trattamento per questa malattia?

Parolini
: Sì, il trattamento che propongo in questi casi è il piombaggio maculare.
Questo intervento prevede l’inserimento di un piccolo dispositivo in materiale plastico e silicone nell’orbita oculare, che accorcia leggermente l’occhio e avvicina la parete alla retina, facilitando il riattacco.
Questo processo permette di risolvere la separazione degli strati e il distacco.
 
Paziente: Come avviene l’intervento?
 
Parolini: Lo eseguo in anestesia locale con sedazione, e dura circa un’ora.
Nei primi giorni dopo l’intervento, la sua vista sarà ancora confusa, ma inizierà a notare miglioramenti già dopo 3-4 settimane.
La guarigione completa richiede più tempo, circa 6 mesi, e in alcuni casi anche un anno.
 
Paziente: L’intervento è doloroso?
 
Parolini: No, grazie all’anestesia non sentirà dolore durante la procedura.
Dopo l’intervento, a casa, potrebbe avere una sensazione di fastidio o di corpo estraneo, e l’occhio sarà un po’ rosso e gonfio per un paio di settimane, ma questo è normale.
 
Paziente: E quali sono i risultati che posso aspettarmi?

Parolini: Il nostro obiettivo principale è fermare la progressione della malattia e riattaccare la retina, mantenendo stabile la macula per il resto della sua vita. Potrebbe anche ottenere un miglioramento della vista, ma ciò dipende dallo stato attuale della sua macula.
Negli occhi miopi, alcune zone della macula potrebbero non funzionare perfettamente, quindi il recupero visivo può variare.

Paziente: Ci sono rischi legati all’intervento?

Parolini
: Le complicanze sono rare, ma possono includere una lieve difficoltà di movimento o visione sdoppiata in alcune posizioni dello sguardo.
Questi sintomi solitamente migliorano spontaneamente entro sei mesi, oppure possono essere corretti con occhiali speciali.
In una piccola percentuale dei casi, può essere necessario rimuovere il dispositivo, ma questo avviene solo dopo almeno sei mesi dall’intervento per mantenere l’efficacia del trattamento.

Paziente: Dopo l’intervento, dovrò seguire delle precauzioni particolari?

Parolini
: Dopo l’intervento, l’occhio rimarrà rosso e leggermente gonfio per circa due settimane.
Potrebbe sentire un leggero fastidio dovuto ai punti, che si riassorbono da soli.
Le verrà spiegata la terapia da seguire con colliri e unguenti.
Potrà riprendere gradualmente le sue attività già nella prima settimana e tornare alla routine completa dopo circa due settimane.

Paziente: Dovrò fare dei controlli dopo l’intervento?

Parolini
: Sì, è fondamentale seguire il recupero con controlli regolari.
La vedremo il giorno dopo l’intervento, poi a due settimane, un mese, tre mesi, sei mesi e un anno.
Durante questi controlli, esamineremo la retina per assicurare una guarigione completa e stabile.
Il distacco di retina

Il distacco di retina

Distacco di Retina

Il distacco di retina è una condizione oculare acuta e particolarmente grave che può spaventare molto i pazienti.

Si manifesta all’improvviso, nell’arco di poche ore, e può compromettere la vista in modo significativo.

Spesso, il paziente avverte la sensazione di una “tenda” che scende o sale nel campo visivo, a seconda della porzione di retina che si è staccata.

Se il distacco coinvolge tutta la retina, la perdita visiva può diventare completa.

Nella maggior parte dei casi, il distacco di retina richiede un intervento urgente da effettuare entro pochi giorni.
Sebbene sia possibile riattaccare la retina anche dopo qualche settimana dall’evento, l’esito visivo è generalmente migliore se l’intervento viene eseguito rapidamente.

Esistono diverse tecniche chirurgiche per trattare il distacco di retina, e sarà il chirurgo a scegliere quella più adatta in base al tipo di distacco e alle condizioni specifiche del paziente.

Uno degli approcci più semplici prevede l’iniezione di una bolla di gas all’interno dell’occhio, spesso abbinata all’uso del laser o di una sonda criogena (fredda) per chiudere le lesioni responsabili del distacco. In altri casi, la sola iniezione di gas potrebbe non essere sufficiente, rendendo necessarie procedure aggiuntive come la vitrectomia, il cerchiaggio o il piombaggio, che prevedono l’applicazione di elementi in silicone sulla parete esterna dell’occhio.

È importante ricordare che la ripresa della vista, pur possibile, varia in base alle condizioni della retina prima dell’intervento e al tipo di tecnica utilizzata.

Il recupero visivo sarà lento e progressivo, richiedendo in media almeno un mese per una guarigione adeguata.

Durante questo periodo, il paziente dovrà sottoporsi a controlli periodici per monitorare l’andamento della guarigione.
Distacco di retina pediatrico

Il distacco di retina in età pediatrica

Distacco di Retina in Età Pediatrica

Anche in età pediatrica, la retina può essere colpita da diverse patologie, alcune delle quali portano al distacco di retina.

Esistono condizioni specifiche, come la retinoschisi congenita, che è un’anomalia presente fin dalla nascita, o anomalie del nervo ottico, come il coloboma, che possono causare forme particolari di distacco di retina.

Alcune di queste patologie sono di tipo ereditario e possono interessare più membri della stessa famiglia, manifestandosi in modi diversi all’interno dell’occhio del bambino.

Non tutte queste condizioni richiedono un intervento chirurgico, ma spesso, quando possibile, è utile valutare l’operabilità. Il chirurgo, in base alle condizioni iniziali, deve decidere se l’intervento può essere
vantaggioso per il bambino e, nella maggior parte dei casi, l’intervento è consigliabile, anche in situazioni che appaiono inizialmente difficili.

Questo perché la retina del bambino possiede una notevole capacità di recupero, spesso superiore a quella di un adulto, grazie a una maggiore plasticità e capacità di rigenerazione funzionale, sebbene non sempre anatomica.

È importante rassicurare i genitori sul fatto che i bambini, in genere, affrontano bene sia gli interventi chirurgici sia le terapie post-operatorie e le posizioni richieste per la guarigione. In molti casi, i bambini seguono le indicazioni con maggiore facilità rispetto agli adulti, dimostrando una sorprendente resilienza e adattabilità.

Oltre alle patologie congenite, vi sono anche casi di distacco di retina causati da traumi, che risultano probabilmente i più frequenti.

Durante il gioco, i bambini possono ricevere colpi accidentali alla testa o agli occhi, ad esempio durante partite con la palla o attività con amici.

Questi traumi possono causare distacchi di retina, fori retinici, emorragie o cataratta.

Anche in questi casi è fondamentale un’attenta valutazione per determinare l’approccio chirurgico più adatto e ottimizzare il recupero visivo del bambino.
Miodesopsie

Miodesopsie o corpi mobili vitreali

Miodesopsie o Corpi Mobili Vitreali

Sono opacità che si formano all’interno del vitreo, la sostanza gelatinosa che occupa la parte centrale dell’occhio.

Al momento della nascita, il vitreo è omogeneo e trasparente, ma con il passare degli anni la sua composizione cambia. Il vitreo è composto per oltre il 95% di acqua, mentre la parte restante include collagene, acido ialuronico e proteine.

Queste componenti possono aggregarsi nel tempo, formando strutture filiformi, puntiformi o reticolari che il paziente percepisce come “mosche volanti” o ombre mobili, in quanto si spostano quando si muove l’occhio o la testa.

I corpi mobili sono visibili al paziente solo quando attraversano la zona 
centrale, detta zona ottica; quando si spostano verso la periferia, diventano meno percepibili.

Questo spiega perché i pazienti li vedono in modo intermittente e in posizioni diverse.

Una volta formatisi, i corpi mobili non scompaiono da soli ma possono continuare a muoversi, risultando quindi visibili in modo variabile.

L’entità dei corpi mobili può variare notevolmente: alcuni sono occasionalmente visibili e non interferiscono con la visione, mentre altri formano strutture più dense che possono ostacolare la visione chiara e causare difficoltà, ad esempio, durante la guida. In questi casi, la rimozione chirurgica tramite vitrectomia può essere una soluzione decisiva ed efficace.

La vitrectomia permette di pulire la zona del vitreo in modo controllato, rimuovendo le opacità in modo definitivo.

Dopo l’intervento, una bolla d’aria viene posizionata all’interno dell’occhio; questa bolla si riassorbe gradualmente nei giorni successivi, consentendo al paziente di recuperare progressivamente il campo visivo e di riprendere le normali attività in circa una settimana o dieci giorni.

Come ogni intervento, la vitrectomia comporta dei rischi, ed è importante informare il paziente delle possibili complicanze, tra cui la cataratta (se il cristallino è ancora trasparente), il distacco di retina, infezioni, aumento della pressione oculare e, in rari casi, la presenza di sangue nel vitreo.

Sebbene queste complicanze siano rare, vanno gestite con attenzione.

La decisione di optare per la chirurgia viene solitamente presa quando, dopo alcuni mesi, il paziente non ha riscontrato miglioramenti spontanei e i corpi mobili compromettono significativamente la qualità della vita. In tali casi, la vitrectomia può offrire risultati molto soddisfacenti e un notevole miglioramento della visione nella maggioranza dei pazienti.
Che cosa è l'OCT

Che cosa è l'OCT

OCT (Optical Coherence Tomography)

È una tecnologia avanzata per analizzare in dettaglio la retina e altri strati dell’occhio.

Ecco le principali caratteristiche:

• OCT è una tomografia a coerenza ottica, simile a una TAC della retina, che offre una visione microscopica e dettagliata.

• Permette di osservare con precisione strutture estremamente sottili, inferiori al millimetro.

• Può essere eseguita senza dilatazione della pupilla, anche se con la dilatazione si ottengono informazioni più dettagliate.
• L’esame è rapido: il paziente posiziona il mento e la fronte sull’apparecchio, e l’immagine viene acquisita in pochi secondi per occhio.

• Produce un’immagine composta da una foto del fondo oculare e una scansione della retina, inclusi la macula, il nervo ottico e la coroide (strato sotto la retina, fondamentale per il nutrimento).

• È particolarmente utile per diagnosticare condizioni come membrane retiniche, fori, distacchi di retina, maculopatie, problemi circolatori retinici e per monitorare patologie diabetiche e miopie elevate.

• Offre anche una valutazione di normalità della retina, utile per escludere alterazioni.

L’OCT è uno strumento essenziale per la diagnosi e il monitoraggio di patologie oculari, permettendo agli oculisti di seguire l’evoluzione della malattia nel tempo.
La retinografia

Che cosa è la Retinografia

La Retinografia

La retinografia è una tecnica di imaging avanzata che consente di ottenere una fotografia dettagliata del fondo oculare, compresa la retina, i vasi sanguigni e il nervo ottico.

Questa immagine, nota anche come “foto del fondo oculare,” può essere realizzata in modalità a colori o autofluorescenza, offrendo un’ampia gamma di informazioni utili sia per una diagnosi precisa che per un monitoraggio nel tempo delle condizioni oculari del paziente.

L’apparecchio utilizzato per la retinografia è una speciale fotocamera ad altissima risoluzione, capace di catturare dettagli minuziosi senza necessariamente richiedere la dilatazione della pupilla. Sebbene la dilatazione possa migliorare ulteriormente la qualità dell’immagine, è possibile ottenere risultati efficaci anche senza questo passaggio,
rendendo la procedura meno invasiva e più confortevole per il paziente.

Ciò risulta particolarmente utile in caso di bambini o pazienti sensibili, per i quali la dilatazione e la permanenza prolungata sotto una luce intensa possono risultare difficoltose.

La retinografia è uno strumento prezioso non solo per la diagnosi immediata, ma anche per l’archiviazione a lungo termine.

Ogni immagine può essere conservata e confrontata nel tempo, permettendo di valutare l’evoluzione di una condizione o di verificare l’efficacia di interventi e trattamenti, come quelli chirurgici o laser.

Rispetto all’osservazione diretta con le lenti, la retinografia riduce il rischio di perdita di dettagli e permette di analizzare con calma ogni aspetto dell’immagine anche dopo la visita.

Oggi, soprattutto per chi si occupa di pazienti con problematiche retiniche, la retinografia rappresenta un supporto diagnostico essenziale, migliorando sia la qualità dell’assistenza fornita sia la gestione a lungo termine della salute visiva del paziente.
Il laser micropulsato

Il laser micropulsato

Il laser micropulsato è una tecnologia avanzata che negli ultimi anni ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento di diverse patologie oculari.

Utilizzato per la retina o per ridurre l’ipertono oculare, questa tecnica si applica in situazioni come le maculopatie e il glaucoma, offrendo una soluzione non invasiva e senza effetti collaterali permanenti.

Questo laser si distingue per la sua delicatezza: la sua azione non lascia cicatrici, ma stimola i tessuti oculari a funzionare meglio, favorendo il riassorbimento di eventuali liquidi in eccesso.

Nelle maculopatie, come l’edema maculare diabetico o le conseguenze di una trombosi venosa retinica, il laser micropulsato è particolarmente indicato. La sua azione aiuta a ridurre l’accumulo di liquidi nella retina, promuovendo un miglioramento della visione senza danneggiare i tessuti circostanti.
Inoltre, per il trattamento dell’ipertono oculare, il laser micropulsato offre una procedura rapida e indolore, con risultati valutabili entro uno o due mesi. Questo approccio può essere ripetuto nel tempo, garantendo un monitoraggio continuo e adattabile alle necessità del paziente.

Il laser micropulsato rappresenta, quindi, una risorsa preziosa e versatile per chi soffre di patologie retiniche o di pressione oculare elevata, fornendo un trattamento sicuro ed efficace.
La chirurgia vitreoretinica

La chirurgia vitrteoretinica

La chirurgia vitreoretinica è un tipo di intervento fondamentale per trattare diverse patologie della parte interna dell’occhio, in particolare della retina e del vitreo, una sostanza gelatinosa che riempie l’occhio.

Ecco le principali caratteristiche e ambiti di intervento:

Trattamento del vitreo: questa chirurgia consente di rimuovere emorragie nel vitreo, migliorando la visione e prevenendo ulteriori danni.

Membrane sulla retina: è possibile eliminare membrane che provocano pieghe retiniche, migliorando così la struttura e la funzione della retina.

Fori retinici: la chirurgia può chiudere fori all’interno della retina, prevenendo il rischio di distacchi e perdite visive. • Distacco di retina: una delle patologie più comuni trattate con questa chirurgia. Esistono tecniche avanzate per intervenire anche su distacchi complessi, come quelli
associati a miopia elevata.

Alcuni interventi sono più selettivi e richiedono un’elevata specializzazione, come la ricostruzione del bulbo oculare dopo traumi gravi e altre tecniche complesse per condizioni specifiche. La chirurgia vitreoretinica, grazie alla sua precisione e innovazione, rappresenta una risorsa indispensabile per preservare e migliorare la vista in casi delicati.
Vitrectomia e cerchiaggio

Vitrectomia e cerchiaggio

Vitrectomia e cerchiaggio

La vitrectomia è una procedura chirurgica che permette di rimuovere il vitreo, il gel trasparente che riempie la cavità dell’occhio, attraverso uno strumento chiamato vitrectomo.

Questa operazione è necessaria in presenza di emorragie vitreali o per consentire l’accesso alla retina.

Una volta rimosso il vitreo, il chirurgo può intervenire direttamente sul tessuto retinico per trattare diverse condizioni, come la rimozione di membrane, la chiusura di fori retinici o il riattacco della retina.


La chirurgia vitreoretinica include anche tecniche di chirurgia episclerale, che si svolgono all’esterno dell’occhio. In caso di distacco di retina, è possibile inserire elementicome il cerchiaggio o il piombaggio, dispositivi
che aiutano a riavvicinare la parete esterna dell’occhio alla retina, facilitando il riposizionamento retinico.

Ogni caso clinico presenta caratteristiche uniche, e il chirurgo deve selezionare la tecnologia e le tecniche più adatte in base alla situazione specifica del paziente, personalizzando l’approccio per ottenere il miglior risultato possibile.
MTM e piombaggio

Miopia miopica trattiva e Piombaggio maculare

Maculopatia Miopica Trattiva e Piombaggio Maculare

La maculopatia miopica trattiva è una complicanza della miopia elevata, una condizione che colpisce gli occhi con una miopia superiore alle otto diottrie.

Questi occhi, caratterizzati da una forma particolarmente allungata, possono sviluppare una condizione specifica che porta a un distacco di retina particolare.

Questa patologia, inizialmente poco conosciuta, è stata approfondita negli ultimi 15 anni grazie all’esperienza clinica e allo studio dei pazienti, permettendo di descrivere meglio le sue manifestazioni, la sua evoluzione e le migliori modalità di trattamento.

Per facilitare la comprensione della maculopatia miopica trattiva, è stato 
creato un quadro riassuntivo che ne sintetizza i diversi stadi.

Questa tabella fornisce una visione chiara dell’evoluzione della malattia, indicando il tempo necessario per il passaggio da uno stadio all’altro e suggerendo le terapie più adeguate per ciascun livello.

In alcuni casi, è consigliata la vitrectomia, mentre in altri è indicato il piombaggio maculare, un intervento chirurgico che ha visto lo sviluppo di nuove tecniche e strumentazioni per migliorare i risultati.

Questa tecnica di piombaggio maculare, sviluppata con una particolare attenzione alla sua efficacia, ha attirato pazienti da tutta Italia e anche dall’estero, confermando il valore di un approccio innovativo e specializzato nel trattamento di una condizione complessa come la maculopatia miopica trattiva.
Foro maculare

Foro maculare

Foro Maculare

Il foro maculare è una lesione che può verificarsi sulla macula, la parte centrale della retina responsabile della visione dettagliata. Si tratta di un’apertura a tutto spessore che può compromettere seriamente la vista.

Come si può osservare, i fori maculari presentano dimensioni diverse, e questa variazione influisce sul trattamento.

Esistono, infatti, fori piccoli e fori grandi, e ciascuno richiede un approccio specifico. Il trattamento per il foro maculare è di tipo chirurgico e si chiama vitrectomia.

Durante questo intervento, il chirurgo esegue delle manovre finalizzate alla chiusura del foro.
Se il foro viene chiuso con successo, è possibile ottenere un miglioramento della vista, anche se spesso non del tutto naturale.

È comune che, anche dopo l’intervento, i pazienti riferiscano una lettura non completamente fluida, con lettere che possono sembrare “saltate” o leggere distorsioni visive.

È comunque importante intervenire, poiché una chiusura del foro garantisce una vista migliore rispetto a non operare.

La ripresa visiva dopo l’intervento avviene gradualmente, in genere nell’arco di alcune settimane.

Durante questo periodo, per favorire la guarigione, al paziente viene consigliato di mantenere il capo in posizioni specifiche, come guardare verso il basso.

Questa posizione può inizialmente sembrare scomoda, ma è gestibile e non richiede immobilità assoluta.

Il paziente può camminare, sedersi e svolgere molte attività, sempre tenendo lo sguardo rivolto verso il basso e utilizzando l’altro occhio per leggere o orientarsi. Il rispetto di queste indicazioni nei primi giorni dopo l’intervento, in genere almeno per tre giorni, è fondamentale per il successo del trattamento.

Il chirurgo indicherà con precisione la durata necessaria per il mantenimento della posizione e fornirà istruzioni su come affrontare al meglio questo periodo post-operatorio.
Complicanze della vitrectomia

Compilcanze della vitrectomia

Complicanze della vitrectomia

Cataratta: La formazione della cataratta è una complicanza quasi certa della vitrectomia. Il cristallino perde la sua trasparenza, causando visione offuscata. Può insorgere entro alcuni mesi o anni dall’intervento. Se si verifica, è necessario un intervento specifico per rimuovere la cataratta.

Complicanze retiniche: Sono rare, ma se si presentano, sono gravi e richiedono un intervento chirurgico immediato. Possibili complicanze includono:
• Distacco di retina
• Sanguinamento intraoculare
• Infezione
• Reazione infiammatoria

Queste complicanze si verificano in meno del 5% dei casi. Gestire queste 
complicanze tempestivamente riduce il rischio di danni permanenti alla vista.

Tempi di recupero e ripresa della vista: Dopo la vitrectomia, la vita normale può essere ripresa in circa due settimane. La terapia post-operatoria è fondamentale, e la ripresa visiva sarà lenta e graduale.

Uso di bolla d’aria o gas: In molti casi, viene lasciata una bolla d’aria o gas nell’occhio, che aiuta nel processo di guarigione. Questa bolla rallenta temporaneamente il recupero visivo, causando una visione come se fosse “sott’acqua”. La bolla si riassorbe naturalmente: Se è aria, in circa una settimana. Se è gas, in circa due settimane. La vista migliorerà progressivamente man mano che la bolla scompare.

Sensazioni post-operatorie: È normale avvertire minimi fastidi e una sensazione di corpo estraneo. L’occhio non dovrebbe essere doloroso. La terapia indicata andrà seguita per qualche settimana per facilitare la guarigione.

Ritorno alla normalità: Dopo circa due settimane, l’occhio dovrebbe avere un aspetto normale. Il paziente potrà tornare alla sua routine abituale una volta completato il periodo di guarigione.
Decorso postoperatorio

Decorso postoperatorio

Decorso Postoperatorio

  1.    Rossore e Lacrimazione:
  •  
  È normale che l’occhio sia più rosso del solito dopo l’intervento.     L’intensità del rossore varia in base alla complessità dell’intervento, alla durata e alle manovre eseguite.
    •    Lacrimazione è comune nei primi giorni e può avere una colorazione rossastra, soprattutto se ci sono state manovre sulla congiuntiva.
    •    Sensazioni di corpo estraneo, lieve fastidio o leggero dolore sono normali e possono essere gestiti con terapia adeguata.

    2.    Cosa non è normale:
  •   
Rossore intenso per più di 7-15 giorni (a meno che non si tratti di un intervento ripetuto).
Lacrimazione molto intensa oltre il terzo o quarto giorno.
    •    Dolore significativo che richiede l’assunzione di farmaci.
In questi casi, è consigliabile contattare il chirurgo per un controllo.   

3.    Visione Post-Operatoria:
   
   Nelle prime 1-2 settimane, la vista è ridotta: l’occhio percepisce spesso solo luce, ombre o movimenti.
   
•    Se è stata inserita aria o gas nell’occhio, è normale vedere una bolla mobile nel campo visivo, che si ridurrà gradualmente.
   
•    La visione può sembrare “sott’acqua” e la bolla si muove con i movimenti della testa.
   

4.    Posizione del Capo:
    •    In alcuni casi, può essere richiesta una specifica posizione per favorire la guarigione. Ad esempio, guardare a faccia in giù significa mantenere il viso rivolto verso il basso (si può camminare, sedersi o stare a letto con il viso verso terra).   
•    Per dormire, si può stare su un fianco, assicurando che il viso sia inclinato verso il basso, e cambiare fianco se compatibile con l’intervento.
   
•    È importante mantenere la posizione dell’occhio più che del corpo e non stare immobili per evitare dolori muscolari.
   

5.    Instillazione della Terapia:
   
•    Evitare di guardare in alto durante l’applicazione dei colliri; guardare avanti, abbassare la palpebra inferiore e usare lo spazio interno della palpebra.
   
•    In alternativa, utilizzare una pomata per facilitare l’applicazione e prevenire fuoriuscite.
Chirurgia refrattiva

Chirurgia refrattiva

La Chirurgia Refrattiva

È un insieme di interventi che hanno l’obiettivo di eliminare la necessità di occhiali, permettendo una visione chiara senza lenti correttive.

Tra i diversi approcci chirurgici, uno dei più utilizzati è il laser ad eccimeri, che agisce sulla cornea, la parte dell’occhio dove si applicano le lenti a contatto.

Questo laser modifica la forma della cornea, consentendo alle immagini di essere messe a fuoco correttamente sulla retina, anche senza lenti.

Esistono diverse tecniche laser, tra cui la PRK e la LASIK, entrambe efficaci nel correggere miopia, astigmatismo e ipermetropia. Queste tecniche differiscono soprattutto nella velocità di guarigione: la LASIK, ad esempio, permette spesso un recupero visivo già dal giorno successivo, mentre la 
PRK richiede alcuni giorni in più.

La chirurgia refrattiva è estremamente precisa e, grazie a un accurato esame preoperatorio, si riesce a prevedere con una buona precisione i risultati. Il recupero visivo completo avviene in tempi brevi, di solito entro una settimana, e il paziente può riprendere le normali attività dopo circa dieci giorni, con risultati duraturi nel tempo.

Chirurgia refrattiva del cristallino 

Chirurgia refrattiva del cristallino
Impianto di Lenti Fachiche

L’impianto di lenti fachiche è una tecnica chirurgica ideata per permettere al paziente di vedere senza l’uso di occhiali.

Questo intervento prevede l’inserimento di una lente all’interno dell’occhio, simile a una lente a contatto ma permanente, posizionata nelle parti anteriori dell’occhio.

Esternamente, l’aspetto dell’occhio rimane normale, mentre la lente è visibile solo al microscopio.

L’intervento può essere eseguito in anestesia locale, con una lieve sedazione se necessario. Il recupero visivo è molto rapido, con risultati duraturi nel tempo.
Una delle caratteristiche principali della lente fachica è la sua reversibilità: se dovessero sorgere problemi o se l’occhio subisse modifiche, la lente può essere rimossa o sostituita.

Sebbene questa eventualità sia rara, è rassicurante sapere che la lente fachica offre questa flessibilità.

Questo tipo di intervento è particolarmente indicato per miopie elevate, in cui le tecniche laser non sono consigliate per le caratteristiche specifiche dell’occhio.

La chirurgia refrattiva è estremamente precisa e, grazie a un accurato esame preoperatorio, si riesce a prevedere con una buona precisione i risultati. Il recupero visivo completo avviene in tempi brevi, di solito entro una settimana, e il paziente può riprendere le normali attività dopo circa dieci giorni, con risultati duraturi nel tempo.
ci sono complicanze

EYE CARE CLINIC

presso CRYSTAL PALACE

terzo piano

Via Cefalonia, 70

24124 - Brescia

Telefono 0302428343

STUDIO DIECIDECIMI

Via Cesare Vivante, 1

95123 - Catania

Telefono 3516449431

bottom of page